Come posso recuperare i contributi INPS non pagati dal datore di lavoro?

Se il datore di lavoro non paga i contributi INPS, utili della pensione, si possono recuperare? In quest’articolo illustriamo come e quando è possibile.

Questa tematica è comune a molti lavoratori che spesso si trovano al ridosso della pensione con contributi mancanti e, quindi, una pensione più bassa di quella prevista.

Contributi INPS
Come posso recuperare i contributi INPS non pagati dal datore di lavoro – architetturaecritica.it

Un Lettore, in merito, ci pone il seguente quesito: “Vorrei sapere se è possibile recuperare i contributi INPS non versati dal datore di lavoro (ancora in essere), per potere accedere alla pensione”.

Come recuperare i contributi INPS mancanti nell’estratto contributivo?

La Legge 1338/2962 all’articolo 13, prevede la possibilità di riscattare i periodi di contribuzione non versta dal datore di lavoro e caduta in prescrizione. Per poter accedere a questa misura, è necessario esibire in originale all’INPS i documenti dell’epoca che comprovino l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato. Ad esempio, le buste paga, la lettera di assunzione o di licenziamento, o anche il libretto di lavoro. La facoltà di riscatto è prevista solo per i lavoratori dipendenti iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria, sono esclusi i lavoratori autonomi, in quanto loro stesso sono titolari dell’obbligo contributivo.

Recupero contributi INPS
Come recuperare i contributi INPS mancanti – architetturaecritica.it

In riferimento alla possibilità di rivalersi sul datore di lavoro per recuperare le somme pagate, la Legge n. 203 del 13 dicembre 2024, ha escluso la possibilità di avviare azioni di recupero di tali somme nei confronti del datore di lavoro quando sia trascorso il termine cinque anni dal giorno in cui il datore di lavoro avrebbe dovuto provvedere al pagamento.

Nell’ambito dei cinque anni del termine di prescrizione, i contributi non erogati dal datore di lavoro, sono garantiti dal principio di automaticità delle prestazioni. Tale principio consente di tutelare il lavoratore attraverso l’accredito della posizione previdenziale dell’assicurato, in modalità automatica a carico dell’INPS. L’Istituto, potrà rivalersi sul datore di lavoro per l’omissione della contribuzione.

Nel caso di contributi prescritti, il lavoratore può esercitare due azioni di tutele: chiedere il risarcimento generico dei danni o il risarcimento del danno in forma specifica (con la costituzione di una rendita vitalizia reversibile).

Nel secondo caso la rendita vitalizia reversibile consente di coprire la quota di pensione dei contributi omessi. Inoltre, condanna il datore di lavoro al pagamento dell’importo corrispondente alla riduzione della pensione per effetto dei pagamenti mancanti dei contributi.

Nel caso del nostro Lettore, consigliamo di rivolgersi ad un Patronato e ricostruire la propria situazione contributiva, controllare se i contributi sono prescritti e, avviare le azioni di tutela sopra menzionate.

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