Vivere in un condominio limita i musicisti perché non possono suonare gli strumenti ad ogni ora del giorno. Ci sono delle regole da rispettare.
La musica è arte e rasserena gli animi ma a volte può essere fonte di contrasto. Non solo per il genere ma anche per gli orari in cui si utilizzano gli strumenti musicali se si vive in un condominio. Volendo riposare non è piacevole avere una tromba nelle orecchie!
Pianoforte, chitarra, batteria sono tra gli strumenti più amati ma ad un concerto, un po’ meno in casa. Il forte suono che rimbomba può essere sopportabile per un breve lasso di tempo, poi si potrebbe aver bisogno di silenzio e tranquillità soprattutto volendo riposare. Ecco perché esistono regole da rispettare che disciplinano l’uso degli strumenti musicali in un condominio.
I suoni di violino, clarinetto, basso e così via per quanto melodici sono considerati rumori e come tali dovranno rispettare i limiti della normale tollerabilità ossia 5 decibel durante il giorno e 3 decibel durante la notte. Questo il criterio oggettivo stabilito dalla Giurisprudenza per definire la soglia di tollerabilità e il fonometro è lo strumento adatto per la misurazione. C’è di più. Il musicista dovrà suonare solo in determinati orari definiti dal regolamento condominiale. Generalmente è concesso l’uso dello strumento musicale dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 20.00.
Finora abbiamo segnalato due obblighi per i musicisti, rimanere al di sotto della soglia di tollerabilità e suonare solo in determinati orari da verifica con il proprio amministratore di condominio. Un Giudice, poi, potrebbe tener conto di altri parametri nel giudicare il comportamento dell’accusato di rumori molesti. Il quartiere di residenza (tranquilla zona residenziale o zona centrale congestionata dal traffico), il momento in cui è stato suonato lo strumento, la frequenza con cui si ripete il suono, il motivo dietro la riproduzione del suono (diletto o lavoro?).
Il Giudice potrebbe riscontrare come un suono non necessariamente troppo forte e propagato negli orari consentiti abbia comunque messo a repentaglio la tranquillità mentale dei condomini causando un danno morale o esistenziale. In questo caso il musicista sarebbe chiamato a risarcire i vicini (Corte di Cassazione, sentenza numero 26899/2014).
In caso di superamento della soglia di tollerabilità, invece, il condominio potrebbe avviare un’azione legale chiedendo al Giudice di imporre al musicista un’insonorizzazione adeguata, l’uso di cuffie, la cessazione dell’attività se non dovesse prendere precauzioni. In più si aggiungerebbe il risarcimento per il deprezzamento della proprietà immobiliare e quello per danni alla salute per mancanza di riposo. Suonare, dunque, potrebbe costare caro.
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