Scatta la preoccupazione per delle tracce di pesticidi trovati in tantissimi altri alimenti di uso comune: l’allarme non è da sottovalutare.
Negli ultimi anni, anche a causa del cambiamento climatico e l’arrivo nel nostro paese di insetti che fino ad ora non si erano mai visti, per proteggere le coltivazioni di frutta e verdura l’utilizzo di pesticidi è aumentano notevolmente. Il loro impiego, infatti, serve per mantenere in buona salute le colture e impedire loro di essere distrutte da malattie e infestazioni.
Nonostante l’utilizzo di queste sostanze sia approvato e regolamentato da leggi ben precise, si sta cercando, senza riuscita, di trovare delle alternative più ecologiche e che soprattutto facciano meno male. Infatti, i più famosi studi recenti, affermano con chiarezza quanto l’uso massivo di pesticidi possa fare male non solo alle specie animali, ma anche e soprattutto all’uomo.
Nel momento in cui sentiamo la parola pesticidi, immediatamente associamo ad essa frutta e verdura, ben consapevoli di quanto vengano trattati nei campi con questi prodotti. Purtroppo però non è affatto così, infatti, studi recenti hanno dimostrato di come anche altri alimenti di uso comune, possano contenere tracce di pesticidi. Una notizia per nulla piacevole e che alza ancora di più l’asticella della preoccupazione.
I primi alimenti in cui sono state trovate tracce di fitofarmaci sono frutta secca come noci e mandorle. In questo caso, la sostanza viene utilizzata nel momento in cui avviene la conservazione, garantendo l’ottimo stato di conservazione e impedendo la formazione della muffa. Anche sulla frutta esotica sono state trovate tracce preoccupanti, in cui i trattamenti intensivi con queste sostanze servono per garantire l’integrità del prodotto durante il lungo viaggio per il nostro paese.
Ci sono poi i prodotti di origine animale ma in questo caso specifico siamo in presenza di una contaminazione indiretta, in quanto i fitofarmaci non vengo dati direttamente all’animale, bensì i fitofarmaci verranno assunti tramite l’alimentazione che l’animale stesso fa. Infine, anche in cereali e legumi secchi non mancano la presenza di fungicidi e insetticidi, utilizzati durante la fase di coltivazione e stoccaggio. Insomma, una scoperta che non fa affatto piacere e che palesa ancora di più la necessità di trovare al più presto un’alternativa sostenibile, ecologica e soprattutto non nociva per la salute.
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