Come fare per acquistare un immobile senza farlo rientrare nella comunione dei beni con il proprio coniuge? Il trucco legale da conoscere.
La decisione di voler acquistare un immobile dopo il matrimonio, mantenendolo al di fuori della comunione dei beni, pur avendo inizialmente optato per questo regime patrimoniale, potrebbe sembrare contraddittoria. Tuttavia, esistono una miriade di ragioni che potrebbero spingere verso questa scelta, spesso legate a circostanze personali, familiari o, addirittura professionali.
Si potrebbe voler proteggere un’eredità o una donazione ricevuta successivamente al matrimonio, oppure potrebbe essere una decisione dettata da ragioni di natura fiscale o ancora, ci si potrebbe trovare in una fase di separazione dal coniuge e, per tal ragione, volerlo escludere dal nuovo investimenti.
La scelta di escludere un immobile dalla comunione dei beni, per quanto lecita, va ponderata attentamente e per poterlo fare senza correre rischi dal punto di vista legale (oltre ad avvalersi dell’aiuto di un esperto) è bene conoscere attentamente il diritto in materia.
La giurisprudenza ha dibattuto lungamente sull’esclusione di un coniuge dall’acquisto di un immobile in un regime di comunione dei beni. Uno dei punti centrali del dibattito riguarda le modalità di esclusione. È sufficiente che il coniuge acquirente dichiari nell’atto di compravendita che l’immobile acquistato è suo bene personale, oppure è necessaria anche la presenza e la dichiarazione dell’altro coniuge per escludere il bene dalla comunione?
Una prima risposta a questo quesito è arrivata con la sentenza n. 1.556 del 1993 della Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi in un caso la Corte ha stabilito che si potesse escludere la presenza di entrambi i coniugi nell’atto di acquisto come da articolo 179, 2° comma del Codice Civile.
Tuttavia, in un secondo momento, la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite n. 22755 del 2009 si ha avuto un ulteriore risvolto nella giurisprudenza in materia della comunione legale di beni. Con questa sentenza, infatti, la Corte di Cassazione ha introdotto un elemento di novità rispetto al passato. Con questa nuova sentenza, infatti, viene introdotta la necessità di avere oltre alla dichiarazione del coniuge acquirente che esclude il bene dalla comunione, anche la partecipazione e la dichiarazione del coniuge non acquirente.
È stata infatti ritenuta insufficiente la sola dichiarazione del coniuge acquirente per garantire la trasparenza dell’operazione, soprattutto in considerazione della rilevanza economica e patrimoniale dell’acquisto di un immobile. Con la dichiarazione del coniuge non acquirente è possibile avere maggiori garanzie sulla volontà di quest’ultimo e sulla sua consapevolezza rispetto all’esclusione dall’acquisto del nuovo bene e degli eventuali utili che ne potrebbero derivare.
Ritrovarsi con i vermi nel piatto può sembrare un incubo, ma sta già diventando realtà:…
Nel 2025 i cittadini possono richiedere diversi bonus a seconda del proprio ISEE. Vediamo quali…
Le novità introdotte nella Legge di Bilancio 2025 hanno facilitato l'accesso alla pensione anticipata a…
Rocco Hunt è tornato sul palco di Sanremo con un brano che omaggia la sua…
Invece che usare il sapone per i piatti per pulire le lenti degli occhiali, si…
Arte e cultura, indeciso su dove andare? Abbiamo stilato per voi i luoghi più belli…